Un articolo di grande successo pubblicato lo scorso settembre è stato scritto da GPT-3, uno dei più avanzati sistemi di generazione del linguaggio. Ovvero un apparato di intelligenza artificiale. Capace di utilizzare e comprendere la lingua inglese dopo essersi “formato” su pagine e pagine di letteratura web.
Continuano a pieno ritmo la ricerca e la sperimentazione su strada delle autovetture a guida autonoma. Tutti i più grandi costruttori automobilistici (Ford, BMW, Mercedes, Toyota, Volvo, FCA, Volkswagen, Renault, Nissan, Tesla, ecc.) sono ormai pienamente coinvolti dalla tecnologia che sta alla base della guida automatica. Anche in questo caso, intelligenza artificiale.
Le nostre future nuove case, definite smart (intelligenti appunto) ci renderanno la vita molto più semplice. Ad esempio “facendoci entrare” a distanza dentro il frigorifero, per farci capire cosa abbiamo per cena e cosa manca per la colazione. Oppure facendo 
autonomamente il bucato dopo aver rilevato la quantità di carico del cestello della lavatrice. E non dimentichiamoci tutti i piccoli robot domestici già in uso. Sempre più specializzati nel pulire da soli il pavimento o nel falciare il prato del giardino, previa una facile precedente programmazione.
Balzo tecnologico
Siamo partiti da alcuni esempi pratici per parlare brevemente ma concretamente dell’intelligenza artificiale. Che è uno dei fattori di base del grande balzo tecnologico che stiamo vivendo in questi anni. Insieme alla connettività ed alla grande evoluzione tecnica dei relativi dispositivi/sensori utilizzati.
Circa la sensoristica possiamo brevemente dire che vi sono state, parallelamente appunto ad un perfezionamento e ad una modernizzazione continua, anche delle significative diminuzioni dei costi. A tutto ciò ha non poco contribuito la gigantesca richiesta di quanto è stato necessario produrre per il mercato degli smartphone.
Per quanto riguarda la connettività invece, si segnala una vera e propria rivoluzione grazie all’Internet delle Cose (IoT). Un settore questo destinato ad essere sempre più efficiente e versatile per merito della rete wireless di quinta generazione (5G).
Per mezzo della quale sarà possibile connettersi in maniera sempre più rapida e veloce grazie a tempi di latenza sempre più
prossimi allo zero (si arriverà fino a 1 millisecondo, cioè circa venti volte inferiore alla velocità di risposta attuale). Con tutta una serie di vantaggi associati. Tra i quali la spiccata capacità di poter connettere molti più dispositivi alla volta (incluse, tanto per fare nuovamente un esempio, migliaia di automobili che potranno infine anche dialogare tra loro).
Ma appunto cosa è l’intelligenza artificiale?
Intelligenza artificiale
L’intelligenza è ovviamente la peculiarità principe dell’essere umano. Ciò che lo denota e lo contraddistingue intrinsecamente ed unicamente. E che sottende alla sua grande storia evolutiva.
Eppure per la prima volta negli anni ‘50 del secolo scorso tale termine fu associato ad un altro apparentemente in contraddizione, appunto la parola “artificiale”. Per riferirsi ad una macchina che sarebbe stata in grado di simulare ogni aspetto dell’apprendimento e dell’intelletto umano.
Riassumendo e semplificando all’estremo, possiamo insomma definire intelligenza artificiale la capacità di un congegno (tipicamente un computer) nell’espletare ragionamenti e funzionalità che sono sempre stati specifici della mente umana.
L’artificial intelligence (AI) è una tecnologia informatica che progetta infatti sistemi hardware e software, al fine di fornire ai computer capacità un tempo ritenute unicamente umane.
Ovviamente l’intelligenza artificiale (IA, in lingua italiana) applicata ai prodotti di elettronica per il momento non ha nulla che possa replicare completamente il cervello umano. Anzi siamo tuttora a livelli evolutivi veramente, e fortunatamente, assai diversi.
Ma almeno a livello prestazionale si stanno raggiungendo risultati un tempo impensabili. Con capacità di calcolo ed operazionali veramente complesse. E per di più svolte con tempistiche molto brevi.
Ieri e oggi
Una cinquantina di anni fa infatti, quando si parlava di intelligenza artificiale ci si riferiva sostanzialmente a macchine che dovevano arrivare ad un risultato finale per mezzo di un processo logico.
Oggi invece le applicazioni più interessanti sono quelle che consentono ai programmi di imparare da soli. Si parla insomma di machine learning (ML), cioè apprendimento automatico, per mezzo dell’immagazzinamento di una gigantesca quantità di dati.
In poche parole i programmi diventano giorno dopo giorno più evoluti ed intelligenti. Poiché sono stati congegnati per imparare da soli a migliorare le proprie prestazioni, collezionando dati su dati. Ed imparando anche dagli errori commessi.
Si pensi appunto a quanto abbiamo già detto su GPT-3. Che ha potuto scrivere un articolo in lingua inglese in maniera quasi del tutto autonoma, proprio per la sua capacità di comprensione ed utilizzo del linguaggio. Accumulata dopo essersi auto-formato su un enorme corpus di testi.
In conclusione l’intelligenza artificiale ha veramente rivoluzionato l’interazione tra uomo e macchina. Ed anche il modo in cui le macchine dialogano tra loro. Aprendo la strada ad un utilizzo sempre più diffuso e maturo anche in ambiti di impiego e lavoro. Per lo svolgimento di compiti che all’uomo richiederebbero molto più tempo e fatica.
Basti pensare anche solamente ai software che ultimamente ci stanno aiutando in questa pandemia. Uno su tutti quello che conta le presenze in locali ai quali bisogna accedere in numero limitato (es: Ossia di Provision-ISR).
Insomma un impatto concreto, ed in continua evoluzione, nella vita di tutti. Con prospettive importanti che ad oggi è solo parzialmente possibile immaginare.
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