Dalla prima rivoluzione all’automazione industriale (cosa abbiamo visto a MECSPE 2019)

di | 22 Maggio 2019

catena di montaggioNel 1913 Henry Ford, fondatore e proprietario della fabbrica automobilistica che porta il suo nome, introduceva una fondamentale innovazione all’interno dei suoi stabilimenti: la catena di montaggio.

L’intento, ampiamente raggiunto, era quello di abbattere i tempi di produzione delle autovetture che la Ford produceva da una decina di anni.

Da quel momento i suoi operai si specializzarono a compiere un unico gesto produttivo. Ripetitivo e monotono, ma maggiormente specializzato ed efficace.

Catena di montaggio e nastro trasportatore divennero l’emblema di questa nuova tipologia di industria. Che ben presto si diffuse a macchia d’olio. Permettendo di produrre prodotti di buona qualità in tempi minori rispetto a prima. E quindi anche con costi inferiori.

A poco più di 100 anni di distanza, in seguito ad una visita a MECSPE 2019, ci siamo voltati brevemente indietro per ricordare il passato remoto dell’industria, ed anche quello più prossimo. Per confrontarlo con il presente, e magari con il suo futuro.

 

CronologiaPrima rivoluzione industriale

La prima rivoluzione industriale si colloca nella seconda metà del 1700. La società fu connotata in quegli anni da un rilevante processo di industrializzazione che ne modificò sostanzialmente la fisionomia, trasformandola da sistema agricolo/artigianale ad industriale.

Le strutture produttive si modificarono per mezzo dell’affermazione di più moderne tecnologie. La disponibilità di nuove fonti energetiche e metodi di trasporto, oltre all’invenzione e all’uso di macchinari prima inesistenti (filatrice multipla, telaio meccanico idraulico, macchina a vapore, ecc.) resero possibile la produzione e lo scambio di merci in maniera del tutto nuova e potenziata.

Treno a vaporeNacquero le prime fabbriche. Poiché le lavorazioni si realizzavano non più a domicilio ma in idonei stabilimenti produttivi. Dove appunto era possibile ora suddividere le mansioni ed utilizzare attrezzature specializzate.

La meccanizzazione si impose in maniera sempre più massiccia e trasversale, a partire dalle aziende tessili. Per passare poi a quelle minerarie, siderurgiche e meccaniche.

 

Seconda rivoluzione industriale

Negli anni della seconda rivoluzione industriale i suddetti processi si svilupparono enormemente. E si diffusero anche nei paesi che dapprima ne erano rimasti esclusi.

elettricitàNella seconda metà dell’800 infatti l’industrializzazione innanizutto si estese e si rafforzò. Ma soprattutto poi rinnovò ulteriormente le sue fondamenta energetiche e tecnologiche.

L’applicazione dell’elettricità favorì l’ideazione di nuove generazioni di macchinari, appunto elettrici, che vennero applicati sia nei trasporti che nell’industria. Di lì a poco l’invenzione del motore a combustione interna contribuì ad un ulteriore balzo in avanti nel progresso nella locomozione di merci e persone.

In questa industria 2.0 le innovazioni tecniche derivarono da ricerche condotte in laboratori ed università. E vennero finanziate da imprenditori e governi. Il miglioramento dell’apparato produttivo non era più dato da scoperte ed iniziative di singoli individui (ed a volte occasionali). Bensì strutturato con metodo e programmazione. E appunto protetto e favorito dagli stessi stati in cui cresceva.

Dal 1870 in poi vi fu insomma uno sviluppo tecnologico senza precedenti. Che si tradusse in una vera e propria produzione di massa. Le fabbriche arrivarono ad avere migliaia di addetti. Il lavoro fu organizzato in maniera sempre più efficiente e funzionale. Per la prima volta si crearono coalizioni ed unioni tra settori produttivi, così come anche tra industria ed istituti dotati di grandi patrimoni, quali le banche.

 

Terza rivoluzione industriale

Nella seconda metà del XX secolo, nei paesi più industrializzati, si assiste poi a quella che viene definita la terza rivoluzione industriale. Caratterizzata dall’introduzione e dalla diffusione dell’alta tecnologia.

La peculiarità di questa nuova fase consiste nella sempre maggiore preminenza del settore terziario dell’economia. Siamo al passaggio dall’industria ai servizi. Alla società industriale affermatasi nei due secoli precedenti, subentra adesso una società “postindustriale”. In cui non è più economicamente trainante solo il settore primario (agricoltura) e secondario (industria).

impiegatiLa forza lavoro è costituita adesso anche da impiegati, manager, insegnanti, tecnici, ingegneri, liberi professionisti, ricercatori, ecc. Ovvero lavoratori molto qualificati. E che prestano la loro manodopera non più esclusivamente nell’industria, ma in tanti altri settori. Nei trasporti, nella scuola, nella sanità, nelle banche, nelle pubbliche amministrazioni. O nei campi della cultura e dell’arte, dell’informazione e del tempo libero. Con un peso sempre più crescente delle attività economiche “immateriali” rispetto alla produzione di beni materiali.

informaticaContestualmente si assiste ad una nuova grande trasformazione, grazie all’introduzione dell’informatica. Cioè una delle tecnologie produttive più “sovversive” ed innovative di sempre. L’applicazione della “rivoluzione informatica” ha contribuito in maniera essenziale all’automatizzazione dei processi produttivi. Consentendo spesso di sostituire il lavoro umano con macchine sempre più moderne e sofisticate.

I computer e le macchine industriali automatizzate vengono gestiti da pochi lavoratori specializzati. I quali sono in grado di produrre prodotti di maggiore qualità rispetto al passato. Oltre che in quantitativi nettamente superiori.

globalizzazioneAlle immense fabbriche che producevano tutto al loro interno, si sostituiscono ora industrie che appaltano all’esterno parti anche considerevoli della propria produzione. Creando nuovi modelli di imprese più snelle, collegate e globalizzate. Con merci/idee/persone/produzioni che circolano sempre più liberamente a livello mondiale.

I progressi più ragguardevoli li troviamo nei settori ad alto contenuto di know how. Ad esempio l’elettronica, l’ingegneria, la robotica, l’aerospaziale, la telematica, l’informatica, la farmaceutica, ecc. Ma tutti i settori sono ovviamente investiti da questo grande sovvertimento tecnologico. Ed in maniera sempre più massiccia ed “invasiva”.energia nucleare

A tutto questo si aggiunge poi la scoperta e lo sfruttamento dell’energia nucleare. Che ha aperto la strada ad una fonte quasi illimitata di energia, seppur molto dibattuta e spesso avversata.

 

Quarta (e ultima?) rivoluzione industriale

Fino a qualche tempo fa, la terza rivoluzione industriale veniva definita come l’ultima fase del processo evolutivo di cui abbiamo tracciato a grandi linee le tappe.

Oggi possiamo affermare però di essere nel pieno della cosiddetta quarta rivoluzione industriale. Di cosa si tratta?

Robot per ispezione visivaNon esiste in realtà una definizione completa e definitiva del fenomeno. Neppure la data di inizio è stata del tutto stabilita. Trattandosi appunto di un fenomeno ancora troppo recente ed “in itinere” per poterne identificare un momento inziale fondante.

braccio roboticoA grandi linee stiamo parlando di un vasto processo che porterà ad una produzione industriale completamente automatizzata ed interconnessa. Per mezzo dell’inserimento all’interno dei processi industriali di macchine sempre più intelligenti, automatizzate e connesse ad Internet, si andrà a costituire una sorta di rete di apparecchiature in grado di produrre in maniera sempre più veloce ed efficiente. Con una vera e propria digitalizzazione dei processi produttivi. I nuovi macchinari saranno in grado di modificare autonomamente gli schemi produttivi, imparando dai dati via via raccolti e analizzati (machine learnig).  E generando al tempo stesso soluzioni sempre più intelligenti e funzionali.

macchinario con connessioneGrazie alla connettività, alla raccolta dei dati, allo studio delle informazioni, il lavoro 4.0 è nuovamente e profondamente in divenire. Il lavoratore adesso è circondato da flussi di informazioni e tecnologie tali da richiedere un coinvolgimento ed una interazione uomo/macchina mai visto in precedenza. Il mondo del lavoro in questa era digitale richiede competenze specifiche per utilizzare i nuovi strumenti. Ma anche propensione alla collaborazione e condivisione. Apertura alla flessibilità e variabilità dei compiti. Capacità di trovare nuove soluzioni, transdisciplinarità, problem solving, autonomia.

rivoluzione industrialeL ’effetto di questa rivoluzione sarà un ulteriore aumento della produttività delle imprese. Poiché diminuiranno i ritardi/costi dovuti ai guasti e ad altri imprevisti non identificabili in precedenza. Ma che adesso potranno essere evidenziati e risolti. Poiché i processi diverranno più facili da controllare, in quanto automatizzati e coordinabili.

L’automazione diviene insomma una scelta obbligata, non più soltanto una possibilità. Quasi un imperativo per tutte le imprese che vogliano progredire e rimanere competitive. La trasformazione del processo produttivo in atto è una opportunità praticamente necessaria.

pulitura automaticaNon a caso l’Unione Europea, e di conseguenza l’Italia, ha adottato misure che prevedono target di finanziamenti importanti in ricerca, sviluppo e innovazione. Dedicati a tutte le imprese che intenderanno evolversi tecnologicamente.

Ma l’industria 4.0 sarà l’ultima rivoluzione industriale a cui assisteremo?

CONTINUA A BREVE…

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